“Ero gay, ma mi sono curato, con l’aiuto di belle donne”, ha dell’assurdo la frase del presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, l’uomo forte per eccellenza in Asia.
La frase incriminata è stata ripresa in ritardo dai media da un discorso del “Macho” Duerte alla comunità filippina di Tokyo, l’ex generale l’ha pronunciata come un attacco al senatore Antonio Trillanes, suo strenuo oppositore in patria, che lui, pensando di insultarlo, ha definito ‘omosessuale’, esattamente con la maturità di capi di Stato o aspiranti tali, comportamento per niente riconducibile a qualche bambino poco scolarizzato e con i comportamenti da infante che utilizza come insulti parole di uso comune.
Trillanes dal canto suo critica la guerra che Duterte porta avanti nel suo paese: la guerra alla droga, piaga reale delle Filippine (e purtroppo non solo).
Il “machissimo” e signorile, oltre che la grande mente di Duterte dopo aver dato del ‘gay’ al senatore, ha affermato di aver percepito anche lui di essere “un po’ gay” quand’era sposato con Elizabeth Zimmerman, infatti il un matrimonio fu annullato nel 2000.
Però non c’è da temere, l’esempio di virilità che travalica i confini continentali, come solo un vero uomo fa, ha anche trovato la soluzione, o meglio, la “cura”, cioò la frequentazione di belle donne e della sua attuale compagna (contemporaneamente?) Honeylet Avancena.
“Sono tornato uomo! Quindi, belle donne mi hanno curato” e “ho iniziato a odiare gli uomini belli e a preferire le belle donne”. Perla assoluta del presidente, grazie per questa poesia Duterte.